"La disuguaglianza avvelena l’Europa più dei sovranismi"
(The Italiann newspaper "la Repubblica" March 21, 2019)
See also Jürgen Habermas's "New Perspectives for Europe" (September, 2018).
"I temi dell’immigrazione e delle politiche di riconoscimento dell’asilo politico, che dal settembre del 2015 dominano i media in Germania e catturano in modo esclusivo l’attenzione dell’opinione pubblica, si propongono come risposta immediata alla domanda sulla causa determinante dei sempre più acuti riflessi di difesa antieuropeisti. Ma se si considera l’Europa nel suo complesso, e soprattutto l’eurozona nel suo complesso, l’aumento delle migrazioni non può costituire la spiegazione primaria per la crescita dei populismi di destra; e questo perché il mutamento nell’opinione pubblica si è prodotto molto prima, in risposta alle controverse politiche intraprese per superare la crisi finanziaria che iniziò nel 2008 e la crisi del debito sovrano innescata dalla crisi economica del 2010." (......)
"I sentimenti antieuropei, in maniera totalmente indipendente dal tema delle migrazioni, scaturiscono dalla realistica percezione che l’Unione monetaria non sia più un vantaggio per tutti i paesi membri. Il Sud dell’Europa contro il Nord e viceversa: i “perdenti” si sentono trattati ingiustamente, i “vincitori” respingono tali imputazioni. Come si è fatto evidente, il rigido sistema di regole imposte agli Stati membri dell’Unione monetaria europea va a tutto vantaggio dei paesi economicamente più forti, senza offrire in cambio alcuno spazio né alcuna attribuzione di competenze tale da condurre a un’azione condivisa e dotata di flessibilità. Perciò, a mio parere, la questione su cui davvero emergono differenze di vedute politiche non è quella riguardante l’essere a favore o contro l’Unione europea. L’unico modo in cui l’Unione potrebbe guadagnare capacità di azione politica e recuperare il supporto dei suoi cittadini sarebbe attraverso l’istituzione, a livello europeo, di poteri e risorse per programmi democraticamente legittimati miranti a contrastare l’acuirsi delle divergenze economiche e sociali tra gli Stati membri."